I classici che hanno fatto il design

I classici che hanno fatto il design

La poltrona Barcelona fu progettata da Ludwig Mies van der Rohe in occasione dell’Esposizione universale di Barcellona del 1929, per il padiglione tedesco (anch’esso di Mies van der Rohe). La poltrona Barcelona è un’icona del disegno industriale prodotto dal movimento moderno e trasuda una semplice eleganza che incarna il più celebre motto di Mies van der Rohe

Less is more

vai-allo-storeRealizzata con materiali innovativi per il tempo, come l’acciaio, molto amato da Mies, è strutturata in modo tale da favorirne la produzione in serie. Il cuscino è costituito da 40 riquadri, tutti diversi, tagliati e cuciti a mano con trapuntatura a bottoni. I riquadri vengono dallo stesso taglio di pelle. Fu ri-progettata nel 1950 (l’architetto apportò alcune piccole modifiche ai materiali utilizzati) e commercializzata tre anni dopo dall’azienda Knoll. Riprodotta e copiata da diverse aziende attualmente solo alcune hanno la concessione ufficiale … tra queste ALIVAR!

Riportiamo con piacere un articolo che illustra com’è tutelato il Design in Italia.

Il quadro normativo è molto complesso, ma proviamo a sintetizzare con Sara Macchi, responsabile dell’ufficio Tutela design modelli e marchi di FederlegnoArredo: «La disciplina del design industriale in Italia prevede fondamentalmente due tipologie di protezione, la registrazione di modelli e disegni, che dura 5 anni rinnovabili fino ad un massimo di complessivi 25 anni; e la protezione attraverso il diritto d’autore fino a 70 anni dalla morte dell’autore o dell’ultimo dei coautori. L’ordinamento italiano ha introdotto la tutela del design industriale attraverso il diritto d’autore con il decreto legislativo 95 del 19 aprile 2001 prevedendo una moratoria, inizialmente di dieci anni e in seguito di tredici, per quelle aziende che prima di tale data avevano fabbricato o commercializzato copie, per consentire lo smaltimento delle giacenze di magazzino. Nel 2005 la norma fu trasposta nel Codice della proprietà Industriale all’art. 239 divenuto nel corso degli anni oggetto di svariati tentativi di modifica nonostante l’Italia sia stata sanzionata e la Corte di giustizia europea abbia giudicato il regime transitorio esageratamente lungo e in contrasto con il diritto comunitario».


In realtà il 2001 va scritto in oro negli annali del design perché quel decreto, estendendo il diritto d’autore alle “opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico”, ha dato ai marchi del design un’arma importante per difendersi.

Anche se bisogna aspettare fino al 2010 per vedere la prima grande vittoria, diventata un riferimento per tutto il settore. A ottenerla è Flos, che fa condannare un’azienda della provincia di Firenze per la produzione di copie della celeberrima lampada Arco, firmata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni. «La sentenza ha avuto importanti ricadute», commenta l’avvocato di Flos Giovanni Casucci: «Ha indotto Paesi molto compiacenti verso le imitazioni, come l’Inghilterra, a rafforzare la tutela per le opere di design, ha aiutato cause in corso e ha incoraggiato altri produttori ad avviarle».

Certo, il diritto d’autore vale solo per le opere di particolare valore, che in genere i tribunali riconoscono solo a creazioni che finiscono nei musei, nelle mostre, nei libri di storia del design. «Per la proprietà industriale», prosegue Sara Macchi, «è buona regola registrare il disegno e il modello, tenuto conto che il design non registrato è comunque protetto per tre anni dalle copie intenzionali. Gli strumenti esistono, ma spesso le aziende non li utilizzano, e così è molto più difficile difenderle».

Fiorella Villa, responsabile delle Relazioni esterne di B&B Italia, un altro dei marchi italiani molto colpiti dal fenomeno, nota che «spesso quando presenti una novità non hai piena coscienza dei contenuti di innovazione che porta con sé, anche perché magari la stai ancora “digerendo”. Sono il mercato, la critica, i premi a farcelo capire meglio in seguito. Per un’azienda che ogni anno crea molti nuovi prodotti, registrarli tutti è impegnativo. All’inizio lo facevamo sempre. Poi, considerato che le copie erano rare e molto scadenti, avevamo diradato le registrazioni. Ora che le copie del design finiscono nella grande distribuzione e nell’arredamento di hotel e locali pubblici, è molto importante tornare a usare maggiori strumenti di tutela».

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